A noi! by Tommaso Cerno

A noi! by Tommaso Cerno

autore:Tommaso Cerno [Cerno, Tommaso]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica umanistica
ISBN: 9788858682647
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-02-28T16:00:00+00:00


Stragi italiane

L’11 aprile 1928 una lettera anonima segnala alla Questura di Milano che qualcuno sta organizzando un attentato, pianificando di lanciare una bomba contro la vettura del re Vittorio Emanuele III, atteso il giorno dopo nel capoluogo lombardo per l’inaugurazione della IX Fiera Campionaria. Le forze dell’ordine compiono fermi di massa tra gli anarchici e i repubblicani, anticipano di mezz’ora il programma della visita reale e predispongono per l’evento del giorno successivo un numero maggiore di agenti tra la folla.

La mattina del 12 è una giornata soleggiata. Il clima primaverile invoglia i sudditi milanesi ad assistere al passaggio di sua maestà. Davanti all’ingresso della Fiera, in un piazzale Giulio Cesare addobbato di tricolori, attorno alla fontana delle Quattro Stagioni si accalca una grande folla in attesa del corteo regale, che è in leggero ritardo. Tra la gente ci sono famiglie intere e molti bambini eccitati dall’evento; qualcuno di essi si è arrampicato sui basamenti in ghisa dei lampioni per poter vedere meglio. Mancano pochi minuti alle 10 quando la trepidante e festosa attesa è interrotta dall’esplosione del basamento del fanale posto di fronte al civico 18. I periti stabiliranno che la potente gelatina esplosiva era stata collocata all’interno del pannello per la manutenzione del lampione e collegata a un timer meno di dodici ore prima dell’attentato. Il vuoto all’interno del basamento ha amplificato la potenza dell’esplosione, trasformando migliaia di schegge di ghisa in proiettili mortali. Un sopravvissuto alla strage racconta: «Mancava qualche minuto alle 10 e già il pubblico usciva in acclamazioni, essendo giunta la notizia dell’arrivo del Sovrano. Le grida e il vocio continuo della folla formarono un rumore uniforme, rotto solo dagli scoppi dei motori di automobili e dallo scalpitio dei cavalli. D’un tratto mi sentii portato contro quelli più vicini a me. Il mio udito fu lacerato da un colpo: un boato fragoroso, simile a una cannonata. Quindi i miei occhi vennero abbagliati da una vampata alta tre o quattro metri, seguita da un fumo denso e nerastro. Tra le ultime immagini che i miei occhi ricordano è quella di un giovane che stava appoggiato con il gomito sinistro al basamento del pilone. Lo vidi lanciato a qualche metro, e rompersi tutto, come inondato di sangue. […] Vidi ancora […] come una eruzione di lapilli dalla bocca di un cratere. Erano le schegge di ghisa del basamento lanciate a tutta forza violentemente in tutte le direzioni. La folla sembrò scindersi. Uomini, bambini, donne e soldati cadevano come falcidiati da una raffica di mitraglia. Urla di dolore, grida di invocazione e di soccorso. Aiuto! Aiuto! Erano le esclamazioni che maggiormente echeggiavano. Schegge da ogni parte, membra staccate dai corpi. Io caddi a terra e questa fu la mia salvezza».1

Ai soccorritori si presenta un’orrida scena di guerra. Quattordici persone giacciono sul selciato uccise, dilaniate dalla bomba. Il bilancio ufficiale, compilato dalle autorità nelle settimane successive all’attentato, è di venti morti, di cui quattro bambini, ma della sorte degli altri feriti gravi i giornali del regime non daranno mai notizia: è la più grave tragedia in tempo di pace mai accaduta a Milano.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.